Mindfulness
La parola “mindfulness” viene tradotta comunemente con il termine “consapevolezza”. Essa è un’attitudine mentale a disposizione di tutti, come l’immaginazione o la concentrazione.
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (1994, p. 63).
Verso la fine degli anni ’70, quando Kabat-Zinn ideò il programma di Mindfulness, era piuttosto impopolare che i circuiti istituzionali (come accademie o centri per la salute) fossero interessati a questo approccio. Dopo la rivoluzione culturale del movimento del ’68 – e prima ancora con la Beat Generation – sono numerosi gli autori, artisti, filosofi e accademici interessati alle tradizioni orientali, sia dal punto di vista della speculazione intellettuale, che dall’approccio pratico tipico di questi sistemi, i quali propongono strumenti per la crescita e l’evoluzione della persona che vi aderisce. Era possibile rivolgersi alle tradizioni contemplative più tradizionali, come lo Yoga o il Buddhismo per citarne alcuni, che se da un lato sono la fonte da cui la maggior parte delle pratiche di consapevolezza contemporanee trova ispirazione e sostegno, sono anche culturalmente distanti da noi. Motivo questo di non facile gestione se si desidera avviare un processo di guarigione.
Inizialmente nata come un’esigenza dei singoli o di curiosi, gruppi di individui che si trovavano a fronteggiare diverse problematiche che allora non sempre erano classificate dalla medicina convenzionale (psicosomatica, malattie autoimmuni, disagio psicologico), con il tempo si è fatta strada una considerazione della meditazione matura, non più esotica o anti-convezionale. Soprattutto grazie all’interesse della ricerca scientifica nel campo delle neuro-scienze, si inizia a considerare la pratica di consapevolezza come uno strumento salutare di grande sostegno alla salute integrale dell’essere umano.
Oggi, nel XXI secolo, è possibile parlare con enorme disinvoltura di meditazione, pratiche di consapevolezza come Yoga o T’Ai Chi, approdando nei settori ufficiali di aziende, ospedali ed istituti di educazione.
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (1994, p. 63).
Verso la fine degli anni ’70, quando Kabat-Zinn ideò il programma di Mindfulness, era piuttosto impopolare che i circuiti istituzionali (come accademie o centri per la salute) fossero interessati a questo approccio. Dopo la rivoluzione culturale del movimento del ’68 – e prima ancora con la Beat Generation – sono numerosi gli autori, artisti, filosofi e accademici interessati alle tradizioni orientali, sia dal punto di vista della speculazione intellettuale, che dall’approccio pratico tipico di questi sistemi, i quali propongono strumenti per la crescita e l’evoluzione della persona che vi aderisce. Era possibile rivolgersi alle tradizioni contemplative più tradizionali, come lo Yoga o il Buddhismo per citarne alcuni, che se da un lato sono la fonte da cui la maggior parte delle pratiche di consapevolezza contemporanee trova ispirazione e sostegno, sono anche culturalmente distanti da noi. Motivo questo di non facile gestione se si desidera avviare un processo di guarigione.
Inizialmente nata come un’esigenza dei singoli o di curiosi, gruppi di individui che si trovavano a fronteggiare diverse problematiche che allora non sempre erano classificate dalla medicina convenzionale (psicosomatica, malattie autoimmuni, disagio psicologico), con il tempo si è fatta strada una considerazione della meditazione matura, non più esotica o anti-convezionale. Soprattutto grazie all’interesse della ricerca scientifica nel campo delle neuro-scienze, si inizia a considerare la pratica di consapevolezza come uno strumento salutare di grande sostegno alla salute integrale dell’essere umano.
Oggi, nel XXI secolo, è possibile parlare con enorme disinvoltura di meditazione, pratiche di consapevolezza come Yoga o T’Ai Chi, approdando nei settori ufficiali di aziende, ospedali ed istituti di educazione.
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Posted by centrodevait
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Posted by Alessandra Isidoro
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